“Là dove c’era un fiore” è un affresco di Natali Rak, nel quale una bambina con le trecce rosse è raffigurata sui muri di una casa mentre annaffia per terra. A terra ci sta un albero vero. La casa in questione è grigia e sporca. I palazzi intorno sono altrettanto cupi e tristi. L’unico sprazzo di armonia e colore sta proprio in questa bambina vestita nelle tonalità d’arcobaleno in punta di piedi. Nelle tonalità di rosso, blu, verde e azzurro si rifugia la speranza che è riposta nelle nuove generazioni. La maggior parte degli esperti di sostenibilità ambientale si stanno rivolgendo a loro per cambiare le abitudini odierne al fine di renderle più compatibili con il benessere della terra. Nei comportamenti dei bambini sta il ritratto della società odierna e la speranza di un futuro migliore.

C’è un’intera generazione di artisti che sta puntando sulla sostenibilità al fine di coinvolgere lo spettatore dell’opera e sensibilizzarlo ad un’etica sostenibile per la natura e per chi ci circonda. L’obiettivo principale è riuscire a far cogliere l’importanza dell’ambiente attraverso lo stupore per questo talvolta l’opera è sovversiva rispetto alle nostre abitudini di consumo. I tentativi sono innumerevoli da parte del mondo artistico: a partire dal film iconico wall-e dove in un futuro, speriamo distopico, esiste un unico abitante robotico del pianeta terra divenuto oramai una discarica di rifiuti.

E così l’arte può fare del bene ed essere promotore di un’evoluzione virtuosa dei nostri comportamenti quotidiani. L’arte funziona ed è utile quando crea un cortocircuito, quando ti fa fare un salto con il pensiero in un modo di vedere la situazione differente.

In ambito politico, le tematiche ambientali sono trattate sempre con un carattere emergenzialista ovvero quando le problematiche sono improcrastinabili o hanno già prodotto effetti catastrofici all’ambiente, all’uomo e in generale alla salute. Ricordiamo le emergenze rifiuti dal 1990 in poi quando al telegiornale si parlava di un mondo “che affoga tra i rifiuti” con discariche che venivano chiuse e difficoltà di gestione del rifiuto stesso.

L’ambiente non era trattato neanche in costituzione e non era individuato un vero e proprio diritto dell’ambiente e all’ambiente. Il percorso per la valorizzazione e la protezione dell’ambiente è stato lungo e tortuoso. Un primo passo è stato effettuato con la creazione di un’organizzazione nel 1997 e l’istituzione del Consorzio Nazionale di Imballaggi per riformare il sistema dei rifiuti attraverso il recepimento di alcune direttive dell’unione europea. Con il sistema Conai il mondo stesso imprenditoriale si è fatto carico di contribuire a gestire rifiuti da esso stesso prodotti.

Se l’artista ha il compito di portare alla luce i problemi sociali, sono poi il sistema produttivo coordinato dalla pubblica amministrazione a dover trovare una soluzione ai problemi emersi. Per questo le istituzioni e le imprese sono fortemente collegate nella transizione da un’economia lineare ed un’economia circolare.